REGIONALI 22 APRILE LE NOVITA’ DELLA LEGGE ELETTORALE

I molisani ne sono già a conoscenza: lo scorso mese di novembre, dopo un lungo e dibattuto lavoro, il Consiglio regionale ha approvato la nuova legge elettorale regionale; ma se questo è noto, meno risapute sono le novità introdotte dalla norma che, a meno di un mese dalle consultazioni, è bene tenere a mente per recarsi alle urne con maggiore consapevolezza. Ebbene di seguito si cercherà di fare chiarezza sulle regole introdotte dal nuovo dettato, frutto di 4 proposte avanzate da diversi gruppi di consiglieri.

Innanzitutto c’è da evidenziare l’istituzione di un collegio unico regionale, quindi depennate in via definitiva le due circoscrizioni provinciali; si tratta, in buona sostanza, di un unico distretto elettorale che comprende l’intero territorio e, dunque, a vincere sarà molto semplicemente chi prende più voti, senza badare alla provincia di provenienza. Una decisione che non è andata giù agli isernini che – a loro dire – rischiano di non avere una giusta rappresentanza nel nuovo consiglio.

A ciò si aggiunge l’abolizione del listino maggioritario e l’introduzione di un premio di maggioranza alla coalizione del candidato Presidente che ha ottenuto più voti. Altra importante novità riguarda l’annullamento del voto disgiunto mentre sulle soglie di sbarramento si è deciso di fissarle al 10% per le coalizioni e al 3% per le liste dei consiglieri. Ma buona parte della partita si giocherà anche sulla rappresentanza di genere: la legge, infatti, ha stabilito che gli esponenti di un sesso non possono superare il 60% dei candidati: l’elettore potrà esprimere, così, due voti di preferenza diversificati per genere. Un dato non secondario anche alla luce della composizione delle liste presentate, dove molto si è giocato in termini di rappresentanza territoriale.

Quindi, azzardando un pronostico, è facile immaginare un consiglio composto da 12 uomini e 8 donne, oppure il contrario. Ma, di fatto questi conti appaiono approssimativi anche per via di un’altra novità, ovvero l’incompatibilità tra la carica di Assessore e quella di Consigliere: in caso un consigliere dovesse essere nominato nell’esecutivo infatti, sarebbe chiamato il primo eletto della sua lista che resterebbe in carica per tutto il mandato del suo assessore. Ovviamente, in questo caso, il sesso del candidato non giocherebbe un ruolo determinante e i pronostici su elencati non sarebbero più validi; certo è, al contrario, che tale nomina contribuirà ad ampliare la lista dei presenti in aula.

Insomma, molti cambiamenti che, di fatto, concorreranno a definire un consiglio regionale diverso dal passato dove, a fare la differenza, saranno sicuramente i volti dei candidati e ciò lascia presagire una campagna elettorale dai toni decisamene agguerriti.