IN MOLISE, ZOOTECNIA IN GINOCCHIO

L’approvazione da parte della giunta regionale della delibera numero 408 in merito al finanziamento all’associazione allevatori della Campania e del Molise, ha riaperto la questione degli allevamenti alla luce – anche – della chiusura di due caseifici in alto Molise a partire dal 1 gennaio. La decisione di azzerare la lavorazione di latte e produzione di formaggi, maturata dalle due strutture produttive, sarebbe dovuta alla chiusura di aziende zootecniche locali, all’aumento del prezzo delle materie prime, alla scarsa manodopera specializzata, al mancato cambio generazionale. Passaggi che hanno portato a porre fine a due attività del territorio alto molisano in un settore, quello dell’agroalimentare che, pure, ha conosciuto una crescita sul piano della qualità di latticini, caciocavalli e formaggi stagionati. E’ ovvio che a catena a risentire delle chiusure i livelli occupazionali visto che le attività davano lavoro a quanti impegnati nelle rispettive lavorazioni e nelle attività collaterali. Il settore zootecnico da anni sta soffrendo e non poco per una serie di concause e che proprio in Molise ha conosciuto numeri sempre minori per l’abbandono delle attività. Oggi, così, si registrano questi due ultimi negativi passaggi che contribuiscono ad appesantire il quadro della zootecnia molisana. E un dato altrettanto non trascurabile è stato nel passato la chiusura dell’Associazione allevatori del Molise abbinata, dieci anni fa ,a quella della Campania. Anche questo passaggio ha contribuito, e non poco, a riversarsi negativamente sugli stessi allevatori privati anche di una struttura propria presente sul territorio regionale.