DIVARIO NORD-SUD SEMPRE PIU’ AMPIO

incontro promosso dalla Banca d’Italia e dall’Università del Molise, nel corso del quale è stato presentato la pubblicazione “Il divario Nord-Sud: sviluppo economico e intervento pubblico”.

Un rapporto che restituisce un quadro aggiornato dei divari territoriali in Italia con riferimento al sistema produttivo, al mercato del lavoro, al finanziamento delle imprese e ai fattori di contesto e contengono alcune riflessioni sulle priorità di intervento pubblico a favore del Mezzogiorno.

Come hanno spiegato nelle loro relazioni la Direttrice della Banca d’Italia Fulvia Focker, Antonio Accetturo e Roberto Torrini del Servizio Struttura Economica della Banca d’Italia, nel corso dell’ultimo decennio, le differenze di sviluppo economico a livello territoriale si sono ancor più allargate: il Mezzogiorno ha visto costantemente diminuire il suo peso economico, evidenziando una crescente difficoltà nell’impiegare la forza lavoro disponibile, una riduzione dell’accumulazione di capitale e una minore crescita della popolazione rispetto alle aree più avanzate del Paese dove si sono concentrati i flussi migratori.

Il settore privato meridionale, già fortemente sottodimensionato, si è ulteriormente contratto: al Sud sono accentuati i tratti tipici del sistema produttivo nazionale, tra i quali il ruolo preponderante di micro imprese e di attività a controllo familiare, nel complesso poco dinamiche e meno in grado di sfruttare le nuove tecnologie digitali. Tali caratteristiche, unite a fattori di contesto sfavorevoli, si traducono in maggiori difficoltà ad accedere al credito e ad altre forme di finanziamento. Nel complesso i livelli di impiego della forza lavoro, già tra i più bassi di Europa, sono ulteriormente diminuiti, come è diminuita la qualità media dell’occupazione.

Sulle difficoltà economiche del Mezzogiorno pesano pure gli ampi ritardi nella dotazione di infrastrutture e nella qualità nei servizi pubblici erogati sia dagli enti locali, sia dallo Stato attraverso le proprie articolazioni periferiche. Tali divari riflettono in parte una carenza di risorse che si è aggravata nel decennio precedente lo scoppio della pandemia, durante il quale la politica di bilancio nazionale è stata in prevalenza orientata al consolidamento dei conti pubblici.