Editoria, il solito pateracchio

Ancora una volta la fretta rischia di far partorire gattini ciechi. Prendiamo in prestito, un proverbio che calza bene dinanzi ai lavori della quarta commissione regionale alle prese con la discussione sulla proposta di legge della Giunta regionale sull’editoria. O, meglio, una pseudo legge perché tocca solo un articolato. Quello dell’abbattimento del muro dei 40mila euro come differenza tra benefici ottenibili dalle normative nazionali e quelli regionali lasciando fuori dalla porta i veri problemi del settore. L’audizione i n quarta commissione degli editori ha messo in mostra, proprio, da parte dei più, l’anomalia di questa proposta di legge che travalica  le motivazioni della stessa  sentenza del Consiglio di Stato sull’argomento e dell’impugnativa del governo dinanzi alla Corte Costituzionale di una precedente legge regionale in materia di interpretazione autentica sempre sulla medesima questione. Criticità che sono state rappresentate da quasi tutti gli editori presenti in audizione. Gli stessi che hanno ribadito, invece, la necessità di una strutturazione più complessiva della legge regionale sull’editoria proprio per consentire al settore dell’informazione molisana. Ora, non sappiamo come intenderà muoversi la quarta commissione regionale. Se, cioè, cercare di riesaminare l’intera questione dell’editoria molisana oppure forzare i tempi per arrivare subito all’approvazione, prima della pausa agostana,  dell’ennesima legge pateracchio impugnabile, ancora, dal governo. E’ pur vero che il consiglio regionale, ormai, è avvezzo a vedersi impugnare le leggi dal governo. Ma sarebbe, oltremodo, assurdo proseguire nel solco dell’errore e continuarlo a perpetrarlo invece di procedere ad una revisione strutturale di una legge che ancora non produce alcun beneficio se si pensa che per la prima annualità, bando 2015, sette aziende su 11 non hanno preso ancora nemmeno un euro.