Consiglieri regionali supplenti, restano tutti al loro posto

Restare abbarbicato alla sedia è diventato il vero scopo del consigliere regionale. La prima commissione del consiglio regionale ha licenziato, con parere negativo,  con i voti contrari di Armandino D’Egidio, Gianluca Cefaratti,  Andrea Di Lucente e Antonio Tedeschi la proposta di legge presentata da Andrea Greco e dal M5s inerente l’abrogazione della strana figura del consigliere supplente. Ovvero, del consigliere che sostituisce in aula l’assessore. E’ la legge del 5 dicembre 2017, n.20 approvata dal Consiglio regionale Giunta Frattura che prevede, all’articolo 15, la figura del consigliere supplente. Sta di fatto che alla prima applicazione, nel 2018 con l’elezione della Giunta Toma, in aula quattro consiglieri che sostituiscono gli assessori. Così, Nicola Cavaliere vede in aula Massimiliano Scarabeo; Roberto Di Baggio è surrogato da Nico Romagnuolo; Vincenzo Niro da Antonio Tedeschi e Vincenzo Cotugno da Paola Matteo. Quattro consiglieri in più che in barba al taglio dei componenti l’assise portano a 25 i componenti al posto di 21 contemplati dalla legge. La proposta bocciata in commissione  ora andrà in consiglio e prevede la cancellazione di questo che è stato definito un vero e proprio obbrobio giuridico. Un passaggio  inserito nella legge elettorale voluta dall’allora governo  Frattura e applicata poi dall’attuale maggioranza. In termini di soldoni, significa una maggiore spesa di 5 milioni di euro per l’intera legislatura. E se a questo si aggiunge che la Giunta è passata da quattro componenti a cinque, con l’ingresso dell’esterno Luigi Mazzuto, il peso economico è ancora più forte.