CASO ROMAGNUOLO, IL PM RICORRE IN APPELLO

Ricorso in corte di appello del pubblico ministero Viviana Di Palma avverso la decisione del giudice per l’udienza preliminare, Veronica D’Agnone, che lo scorso 6 settembre ha stabilito il non luogo a procedere per l’ipotetico abuso d’ufficio commesso in occasione della nomina conferita all’ex consigliere regionale Nicola Eugenio Romagnolo a commissario del Consorzio per lo sviluppo industriale di Campobasso – Bojano dall’allora presidente della Giunta regionale, donato Toma e dagli assessori Quintino Pallante, Michele Marone, Vincenzo Niro, Filomena Calenda, Vincenzo Cotugno e Nicola Cavaliere.

Secondo l’accusa – ricordiamo – Nico Romagnuolo, fu costretto (insieme a Paola Matteo, Massimiliano Scarabeo e Antonio Tedeschi) a lasciare Palazzo D’Aimmo per effetto della revoca della norma sulla surroga, non poteva assumere l’incarico di commissario del nucleo industriale di Campobasso-Bojano, che invece la giunta gli conferì nonostante non fossero trascorsi due anni così come prescrive la legge in materia. La vicenda era finita sotto i riflettori della cronaca per via di un pronunciamento dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), a cui si erano rivolti i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle. L’incarico, secondo l’Anac era nullo. perchè il Nucleo è un ente sub regionale, su cui la Giunta regionale ha poteri di controllo e di nomina del commissario.

Di tutt’altro avviso, invece, il giudice che ha ritenuto come il Nucleo industriale sia struttura formata da comuni. Ora, il ricorso del pubblico ministero, Viviana Di Palma che ha ribadito le motivazioni giuridiche e procedurali per le quali chiede alla Corte d’Appello di accogliere il ricorso e riformare la sentenza.