CAMPOBASSO, MALUMORI TRA I CITTADINI PER LA RAPPRESENTAZIONE DEL VENERDI SANTO SOLO DINANZI AL CARCERE

Non si sono spenti gli echi della riduzione del rito del Venerdì Santo a Campobasso, raccolto nel fazzoletto di asfalto del piazzale dinanzi la casa circondariale del capoluogo.

Per il secondo anno consecutivo il vescovo di Campobasso, monsignor Giancarlo Bregantini, ha inteso raccogliere il momento rappresentato in città dalla processione e dal canto del Teco Vorrei, solo con la fermata dinanzi la casa circondariale.

Sicuramente un segno ma una città che attendeva anche un segno pregnante di quella che è la sua fede popolare, la devozione attraverso il rito possente del canto e della processione avrebbe voluto che quest’anno il momento del Venerdì Santo si fosse avuto dinanzi la Chiesa Cattedrale o di Santa Maria della Croce.

Luoghi ritenuti da sempre rappresentativi della città ed espressione della fede di una comunità.

Da qui i malumori espressi dai cittadini di Campobasso che avrebbero inteso vedere ben altra rappresentazione di un momento che rappresenta l’essenza e la storia della città.

Così, invece, per il secondo anno consecutivo non è stato. E, poi, monsignor Bregantini, nel suo intervento, ha inteso anche toccare la questione sanità sottolineando come troppe siano le critiche registrate.

Nessuno mai ha ritenuto mettere all’indice quanti hanno operato, come sanitari, nell’emergenza pandemica.

Ma le critiche, che monsignor Bregantini, ritiene siano state troppe, hanno toccato i tanti troppi guasti del sistema che hanno finito con il riversarsi sui cittadini, sui pazienti.

E neppure sulla questione commissariamento non abbiamo capito il nesso del suo passaggio.

E mai critica, invece, è più che giustificata dinanzi ai problemi che sono stati registrati e che hanno interessato direttamente tanta gente.

Eppure la città di Campobasso avrebbe voluto vedere ben altra rappresentazione della sua fede popolare e che proprio la processione del Venerdi Santo ne è l’essenza più piena.