RETE ICTUS, UNA NUVOLA DI POLEMICHE

C’è ancora il bisogno di rimarcare la necessità, non più rinviabile, che il governo spazzi via la struttura commissariale della sanità in Molise? E’ l’interrogativo che torna a riaprirsi drammaticamente a seguito del decreto 100 con il quale i commissari Marco Bonamico e Ulisse di Giacomo hanno ridisegnato la rete ictus in molise. Il tutto presentato in una conferenza stampa con il piccolo e non trascurabile dettaglio che ai commissari non sarebbe proprio concesso fare conferenze stampa. Sono tecnici e non politici e al Ministero della salute il loro comportamento avrebbe provocato qualche fastidio. E non paghi di quanto hanno posto in essere, un giorno appaiono in lite col presidente Roberti, che chiede a Roma che la sanità torni alla politica; il giorno dopo con l’assessore Iorio per via della stroke unit al Cardarelli. Ma al di là di queste situazioni, i commissari nel decreto 100 per giustificare il passaggio all’Istituto Neuromed di Pozzilli della struttura per gli ictus ischemici hanno posto a base un misterioso Piano Operativo sanitario 2023–2025, che non ha il decreto di approvazione delle strutture ministeriali ma riportato come vigente. E, ancora: come è possibile che a rendere fattivo il provvedimento sarebbe stata l’attuale direttore generale regionale della Salute, Lolita Gallo? Eppure, dovrebbe tutelare e fare gli interessi dei cittadini molisani e del presidente della Giunta, Francesco Roberti, mentre sarebbe diventata la segretaria della struttura commissariale. In tutto questo, comunque, nessuno ha spiegato come, in caso di ictus in emergenza, il 118 è obbligato a portare i pazienti al Pronto Soccorso. Domanda: chi porterà i pazienti all’Istituto Neuromed? E come si farà per rispettare, nel caso, le tre ore entro cui si può fare terapia farmacologica per gli ictus ischemici? E da Termoli a Pozzilli passando per un PS pubblico, il tempo di trasporto sarà determinante o meno per l’opportuno soccorso? Domande di non poco conto che riaprono, con forza, la questione della permanenza ancora in essere della struttura commissariale dopo 16 anni che non hanno prodotto se non tagli e disavanzi.