BUONO: “La nomina del presidente Toma a commissario della sanità è una scelta disastrosa per il Molise”.

“Certo il tema risulta complesso e i problemi del sistema sanitario molisano – ha scritto in una nota Stefano Buono – affondano le radici anche in responsabilità politiche rinvenibili in chi ha governato negli ultimi anni. Siamo da quindici anni in commissariamento ma nessuno è mai riuscito, sia tecnico che politico, ad invertire la rotta degenerativa che ha determinato tagli drastici e illogici, disservizi e non erogazione dei livelli essenziali di assistenza ai cittadini molisani. Tuttavia abbiamo già avuto modo di mettere alla prova anche in questa materia il Presidente della regione e nuovo commissario ad acta alla sanità. La gestione della pandemia, che ha visto Toma rivestire un ruolo rilevante, è stato un esempio lampante dell’incapacità al Governo e della particolare inadeguatezza in questo delicato settore. Ha condiviso con il commissario la gestione operativa dell’emergenza pandemica poiché l’ordinamento gli assegnava la competenza specifica per poterlo fare. Tutti ricorderanno lo scarica barile continuo con l’ex commissario Giustini, le promesse mai mantenute sul rilancio della sanità pubblica e soprattutto il disastro confezionato durante le ondate pandemiche. Nessuno potrà mai dimenticare che siamo stati l’unica regione in Italia a non riuscire ad attivare ulteriori posti letto in terapia intensiva, nonostante avessimo avuto quasi dieci mesi di tempo, tra la prima e la seconda ondata, per poterci organizzare e nonostante le ridotte dimensioni demografiche del Molise richiedevano l’attivazione di poche decine di posti letto aggiuntivi. E’ difficile dimenticare che questo tema ha visto cambi radicali di decisione mentre le persone soffrivano e alcune, probabilmente, morivano proprio per la carenza di posti letto e di strumenti adeguati: dall’ospedale da campo al Vietri di Larino ( scelta approvata all’unanimità anche dal Consiglio regionale del Molise) ad ulteriori soluzioni mai andate in porto. La torre Covid di Campobasso che avrebbe dovuto risolvere in pochi mesi il problema emergenziale e che non è stata mai realizzata con sperpero di denaro pubblico ingente è l’emblema del fallimento di queste persone al governo della Regione. Un banale sforzo di memoria ci aiuta a ricordare che, come sempre, la soluzione è stata individuata, anche per l’attivazione di posti letto aggiuntivi di terapia intensiva, nel ricorso ai privati accreditati. Difficile dimenticare, infine, le promesse e le rassicurazioni fatte anche sull’ex ospedale SS Rosario di Venafro. Quest’ultimo è forse la struttura che negli anni ha subito i tagli più significativi nonostante chiudesse il bilancio in utile e riuscisse ad attrarre pazienti da fuori regione. Durante la prima ondata di contagi la struttura ha ospitato anziani contagiati provenienti da Agnone; in quell’occasione anche l’amico di Toma, il “rassegnato “ Sindaco della Nostra Città e Presidente della provincia di Isernia con un video messaggio dichiarò pubblicamente che grazie al loro lavoro corale il SS Rosario era stato di nuovo rilanciato come struttura ospedaliera di rilevanza regionale. L’epilogo di quella vicenda è sotto gli occhi di tutti e a noi compete adesso vigilare attentamente sui prossimi provvedimenti e lavorare duramente per creare un’alternativa vera all’incapacità al governo.”