DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO PORRE RIMEDIO AL PASTICCIO ANNUNCIATO

La Giunta regionale nella seduta del 26 novembre 2018 ha approvato le proposte di dimensionamento della rete scolastica così come sono arrivate dalle due Province le quali non hanno tenuto conto delle linee guida che avrebbero dovuto orientare il piano. Eppure il “documento istruttorio” allegato alle Linee guida per l’organizzazione della rete scolastica, deliberate dalla Giunta Regionale del Molise del 06.08.2018, individuava i principi generali su cui organizzare il dimensionamento scolastico. Ebbene, tali principi prevedevano, tra l’altro:
1) La riduzione al minimo degli Omnicomprensivi, da mantenere solo “in casi eccezionali, motivati e condivisi, tenuto conto che un’adeguata offerta formativa delle scuole superiori suggerisce di superare la logica dei confini comunali”;
2) L’aggregazione degli Istituti secondari di secondo grado “prioritariamente tra istituti della medesima tipologia, orientandosi alla costruzione di poli formativi omogenei”;
3) La riduzione e, possibilmente “eliminazione della permanenza di pluriclassi nelle scuole primarie e secondarie di primo grado (…)”;
4) Una aggregazione delle Istituzioni scolastiche composte in più comuni che “tenesse conto dei servizi comuni che le amministrazioni stiano eventualmente erogando in forma consorziata”;
Le Province li hanno tranquillamente disattesi. E la giunta ne ha preso solo atto. L’esempio degli istituti omnicomprensivi è eclatante. Si scrive che bisognerebbe superarli ma se ne istituiscono altri tre! Si ricorda, a tal proposito, che la normativa attuale prevede la possibilità di Istituti Onnicomprensivi solo in via residuale, non essendo prevista tra l’altro per essi nemmeno l’elezione del Consiglio d’Istituto (ma di un Commissario straordinario). Sui 104 istituti omnicomprensivi presenti in Italia ben 10 saranno in Molise.
Lo stesso Ufficio scolastico regionale si limita solo a ricordare che le previsioni di riduzioni del numero di alunni suggerirebbero di costituire istituzioni scolastiche “evitando di attestarsi agli stretti limiti consentiti dalla legge”. Praticamente il nulla! Come Ponzio Pilato. Eppure avrebbe dovuto fare una proposta.
Da anni la FLC CGIL Molise chiede inascoltata la convocazione di una Cabina di regia sul dimensionamento scolastico con la presenza di tutti i soggetti istituzionali, coinvolti al livello regionale, per realizzare una pianificazione dell’offerta formativa adeguata per gli studenti. La presenza di aree interne, di scuole site in territori montani e difficilmente raggiungibili, renderebbe necessaria un’attenzione specifica al territorio da parte della politica, che, invece, non si è interessata al tema, con il risultato che ci si è limitati ad accettare meri criteri numerici, che naturalmente ci penalizzano. Per la stessa ragione abbiamo sempre chiesto, inascoltati, che si rivedessero i rigidi parametri imposti dalla legge sul dimensionamento delle scuole, che porteranno ad ulteriori perdite di istituti scolastici in un lento e inesorabile declino.
Nel piano di dimensionamento approvato dalla Giunta regionale non c’è nulla di tutto questo.
1) Si prevede il mantenimento degli attuali Istituti Omnicomprensivi (Trivento, Riccia, Guglionesi, Santa Croce di Magliano, Casacalenda, Montenero di Bisaccia), con l’ulteriore istituzione di altri tre a Larino e Campomarino e Venafro.

2) Non sono previste aggregazioni di Istituti di Istruzione Secondaria di Secondo Grado in “poli formativi omogenei”, con il risultato di mantenere ancora, ad esempio, un I.I.S. che tiene insieme, inspiegabilmente e senza alcuna motivazione organizzativa, didattica o pedagogica, un Liceo Artistico con un Istituto Tecnico settore Tecnologico (è il caso dell’IIS “Majorana” di Termoli). La creazione di poli scolastici (Tecnico, Professionale, Liceale), invece, consentirebbe di migliorare l’offerta didattica formativa, consentendo la condivisione di laboratori, strutture e spazi, la possibilità di effettuare passarelle da un percorso all’altro e l’eliminazione degli istituti omnicomprensivi;
3) Sempre per l’Istruzione Secondaria di Secondo grado, si rinvia agli anni successivi il riordino degli indirizzi, ad eccezione della proposta dell’istituzione di un Liceo Sportivo a Campobasso (senza l’indicazione della sede) e della trasformazione dell’IPA di Campobasso in Istituto Tecnico. Il risultato, pertanto, sarà il permanere della duplicazioni di indirizzi (ad esempio, due Licei linguistici e due Licei Scientifici a Campobasso, due Licei delle Scienze Applicate a Termoli);
4) L’aggregazione delle Istituzioni scolastiche previste in più comuni sembra rispondere in molti casi più a esigenze meramente numeriche, volte alla necessità di mantenere la Dirigenza, che alla presenza di una volontà condivisa di porre in essere servizi comuni (rete di trasporti, condivisione di strutture etc.);
5) La verticalizzazione prevista per gli I.C di Termoli, inoltre, pur rispondendo ad un principio condivisibile di curriculo verticale, viene attuata in concreto senza tener conto della dislocazione territoriale dei plessi e della distribuzione della popolazione scolastica sul territorio. L’80/90% degli alunni delle scuole primarie di via Stati Uniti e via Po, ad esempio, confluiscono sulla Scuola Secondaria di I Grado Brigida, che invece in questa riorganizzazione si vedrebbe attribuire la sola scuola primaria di via Maratona, che da scuola più grande di Termoli dimagrirebbe con una inevitabile riduzione del personale. Il fatto che vengano accorpate scuole “numericamente importanti” con altre che lo sono meno fa pensare che tutta questa manovra serva esclusivamente a raggiungere i numeri utili a creare quattro Istituti Comprensivi;
6) Vi sono scuole che nascono già sottodimensionate (es. Petacciato), con la finzione delle minoranze linguistiche, ed altre (Palata e Venafro) con meno alunni di quelle ubicate in alta montagna.
Comunque, tutta l’operazione è una mera riorganizzazione numerica, che si riduce ad un atto amministrativo fatto senza una visione d’insieme, con lo scopo di salvare qualche dirigenza scolastica. Non è possibile procedere in questo modo: quella del dimensionamento è una problematica complessa, che deve essere affrontata in un’ottica ampia, che partendo dall’offerta formativa territoriale da garantire agli studenti, deve porre attenzione al numero dei nati, alla rete dei trasporti e all’edilizia scolastica.
Adesso la palla passa al Consiglio regionale. Ci auguriamo che ci sia una discussione vera con il coinvolgimento delle parti sociali. Auspichiamo che in Consiglio regionale non si vada ad una semplice ratifica di quanto deliberato dalla Giunta, ma si ponga rimedio alle tante storture presenti nel pano di dimensionamento.